All'Assessore Prof.Arch.Pasquale Belfiore.
Egregio Assessore,
travolta da insolito carteggio a tratti surreale che ha interessato in egual misura neoletti consiglieri dell'Ordine, professori,assessori e colleghi sul tema del Centro Storico, giungo, con questa mia, a sottoporle una proposta sull'attribuzione di incarchiall'apparenza meno dadaista del sorteggio.
Ho appreso che, a breve, lei sul tema incontrerà i Presidenti degli Ordini professionali, se non lo ha già fatto.
Non rivestendo tale ruolo e non dolendomene sarà difficile, però, che possa incontrarla e, pertanto, le scrivo.
Anche io.
La proposta è una banale idea che reputo ovviamente fattibile per tentare di lavorare in tanti. Me ne assumo la maternità, la responsabilità e la libertà.
Grata per l'Attenzione
Saluti
Arch.Antonella Palmieri
Lo scambio epistolare intercorso tra i Proff. Nicola Pagliara e Vincenzo Perrone esteso per opportuna conoscenza ai due Assessori al ramo : Prof. Pasquale Belfiore e Dott. Nicola Oddati, coinvolgeva in prima istanza - e mi riferisco alle lettere del primo e del secondo- i Consiglieri neoletti dell’Ordine Architetti di Napoli. Lo stesso carteggio “in corso d’opera” ha chiarito che il Prof. Pagliara intendesse, in particolare, indirizzare agli stessi consiglieri una sollecitazione ed un invito a ben operare ed a svolgere una attenta attività di sorveglianza per la tutela della categoria professionale.
Personalmente non posso che ringraziare il primo per la sollecitazione ed il secondo per l’augurio di buon lavoro; colgo l’occasione per informare entrambi che, sin dal primo Consiglio svoltosi in data 14 ottobre 2009, alcuni di noi hanno rilasciato dichiarazioni (alcune delle quali consultabili su questo blog) che pongono il problema della definizione urgente di azioni chiare da mettere in campo subito per tentare di arginare lo sfascio in cui versa la nostra professione.
Sul Centro Storico ho avuto la possibilità dire a mezzo stampa e di seguito invio una semplice proposta che mi pare possa essere utile, intanto, a coinvolgere quanti più professionisti nell’attività di valorizzazione del Centro Storico che ci auguriamo tutti possa realizzarsi al più presto.
Una proposta per gli affidamenti di incarico Centro Storico di Napoli
E’ indubbio che la delicatezza e la complessità degli interventi di restauro ed adeguamento funzionale che il Grande programma centro storico deciderà di porre in essere richiederanno l’apporto di professionisti esperti nel settore. A maggiore delucidazione di tale intenzione è chiara, in tal senso, la lettera del prof. Belfiore indirizzata ai Colleghi.
Ne consegue che, nell’ottica di favorire la più qualificata partecipazione di professionisti a questa esperienza, verranno formati gruppi ricchi di competenze diversificate e cooptati -si spera- professionisti giovani o comunque ancora privi di esperienza specifica su preesistenze storiche di notevole o addirittura straordinaria rilevanza.
L’apporto dei colleghi meno esperti sarà, come sempre, importante ma, per forza di cose, circoscritto al ruolo di chi fornisce il proprio contributo per la prima volta o, comunque, conforme a quello di chi vi si appresta da minor tempo rispetto a chi, da sempre, ha scelto di occuparsene.
La formazione di gruppi misti (esperti e meno esperti) viene, in alcune frequenti occasioni di gara e in osservanza a quanto la legge prevede, premiata all’atto della promulgazione dei bandi di gara con un maggiore punteggio attribuito alla presenza di professionisti giovani.
E’ evidente che la legge identifica nei più giovani i professionisti meno esperti.
E’ sacrosanto favorirne l’ingresso nel mondo del lavoro e la legge in questo è, pertanto, preziosa.
C’è però una fascia professionale cospicua che non rientra nella categoria “giovani” e che, per vari motivi, non è riuscita ancora a cimentarsi con incarichi pubblici né tanto meno con esperienze di lavoro sulle preesistenze. Di tali fasce la legge non tiene conto e per il loro inserimento non prevede alcuna “premialità”: basta avere sei anni di iscrizione all’Albo e non si è più “giovani professionisti”.
Il pericolo di una sempre maggiore esclusione di tali fasce dai gruppi di progettazione è una realtà sotto gli occhi di tutti che certo il Grande Progetto Centro Storico non è chiamato nè ad affrontare né a risolvere ma che, in quanto occasione progettuale significativa, potrebbe, però, contribuire a modificare e in meglio.
Unitamente alla composizione dei gruppi di lavoro che prevedano l’inserimento di professionisti giovani dal punto di vista anagrafico si potrebbe cogliere, dunque, una opportunità di offrire lavoro, favorire l’autonomia e la titolarità di prestazioni professionali, tutelarne la qualità di resa oltre che allargare l’accesso all’esperienza Centro Storico.
Si potrebbe decidere, in sintesi, di mettere a gara separatamente l’Attività di Progettazione dei vari interventi da quella delle relativa alle Prestazioni accessorie ad essi relative: rilievo metrico dei manufatti e restituzione grafica, piani di sicurezza e coordinamento, attività di ricerca, studi di valutazione ambientale dove necessari.
Queste attività rappresentano, infatti, prestazioni importanti e significative che, nell’ambito di un gruppo di lavoro e sotto la supervisione attenta ed il controllo dei professionisti più esperti, usualmente vengono svolte proprio dai professionisti con minore esperienza nel campo disciplinare più specifico del restauro, del consolidamento e, più in generale, della progettazione. Ciò non avviene per “mala voluntate” ma semplicemente per necessità di divisione ottimale dei ruoli e per il buon esito della prestazione di cui ci si assume, tutti insieme, la responsabilità civile e penale.
La stesso codice appalti distingue l’attività di progettazione nei suoi vari gradi dalle cosiddette “prestazioni accessorie” che rappresentano prestazioni di servizi che possono essere rese da soggetti diversi da chi è titolare dell’incarico. Tanto è che nel calcolo delle soglie comunitarie entro le quali posizionare le corrette procedure di gara, ai fini della determinazione dei limiti, restano fuori dal computo sia l’attività di coordinamento ai fini della sicurezza che le citate prestazioni.
Pertanto, dal punto di vista economico e legislativo, tale iniziativa non comporterebbe alcun aggravio per L’Amministrazione né alcun ostacolo procedurale bensì potrebbe rappresentare la opportunità di ottenere garanzia di qualità di prestazione in ciascuna fase di lavoro a costi eguali ma attraverso il coinvolgimento diretto di un numero ben più consistente di soggetti appartenenti, tra l’altro, alle più svariate fasce di età. E un gran numero di colleghi potrebbe, così, realmente partecipare e concorrere stante la maggiore accessibilità dei requisiti curriculari.
Tali attività sarebbero inoltre svolte in tempi tecnici giusti, ben definiti e si eviterebbe inoltre agli studi professionali più consolidati la eventualità di poter incorrere in prestazioni esterne poco collaudate - come talvolta accade - laddove i collaboratori fissi in organico non siano in numero sufficiente.
Ai titolari della attività di progettazione potrebbe riconoscersi il corrispettivo per l’onere di una progettazione coordinata, come previsto dalla legge, estesa naturalmente al gruppo che renderà le cosiddette “prestazioni accessorie” così da consentire loro l’esercizio di una sana supervisione sulla qualità del lavoro svolto da altri sullo stesso tema.
Ai professionisti titolari delle prestazioni accessorie sarebbe riconosciuta la possibilità di svolgere in piena autonomia il proprio compito, seguire in tutti i passaggi tecnici l’evolversi del progetto e la opportunità di posizionarsi con maggiore consapevolezza e qualche chance ed esperienza maturata in più sul mercato del lavoro.
Antonella Palmieri
2 commenti:
mi sembra molto ragionevole e auspicabile, spero che Belfiore accolga.
allora, ha accolto? non ci fate sapere più nulla? Palmieri, rispondi.
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