Riceviamo dal collega Vladimiro D’Amico e volentieri pubblichiamo.
La politica dell'assoluto "accalappiamento" di potere, lavoro e di frenetico "favoritismo familiare e roba del genere", non credo sia ne' di destra, ne' di sinistra; a me pare, si tratti, della politica del professionista imprenditore-menefreghista pronto a saltare sotto qualsiasi vessillo che gli procuri spazio e lavoro per se e per i suoi. Detto ciò, mi sembra, che la Lista Blu, abbia promesso l'esatto contrario di una politica “magnona”; beh, certo, è improbabile che qualcuno si proponga in maniera esplicita come assoluto capo di un governo o, come nel nostro caso, di un’ ordine professionale, sta di fatto, però, che se la volontà di chi dovrà coordinare e gestire il nostro ordine professionale, ha come fondamento base la volontà di non creare alcun favoritismo e dare più visibilità a tutti e non solo a chi “già esiste” da “1200” anni, cominciando con il gestire in maniera diversa i concorsi di progettazione, bene, allora, posso, quantomeno, sperare che qualcuno si sia accorto che uno dei principali problemi della nostra professione è proprio la visibilità, la possibilità di rendersi visibili, appunto, soprattutto ad altri professionisti. Esistono spazi reali e spazi multimediali, ma l’Ordine fino ad oggi, soprattutto ai giovani architetti, non mi pare abbia mai concesso spazi di alcun tipo, anzi, cosa mi fa enormemente rabbia, è che gli avvisi più numerosi che compaiono sul sito dell’ordine riguardano master e corsi simili, tutti a pagamento...ma io mi chiedo: chi è appena uscito dall’università, ‘sti soldi benedetti da dove li prende se le uniche proposte formative sono assolutamente non alla portata di tutti? insomma io mi iscrivo all’ordine degli architetti,mi aspetto un servizio di visibilità, uno spazio internet decente, una casa dell’architetto dove possa confrontarmi e mostrare ciò che potrei fare o so fare!a me non interessa il master di 6000 euro… perché? perché il master di 6000 euro, o di 2000, la giornata formativa di 400 euro ecc…non sono alla portata di tutti, non sono per tutti e la selezione ad inizio carriera, basata sulla busta paga di chi sostiene i propri figli con sacrifici estremi, è incivile, è assurda, è “immeritocratica”, è senza scrupoli, è degenerativa, è socialmente inutile, è folle, non è giusta. Il vostro programma mi è sembrato abbastanza chiaro in questo senso (o no?)… lottate per gli spazi e per far crescere i giovani architetti(è un invito non una deduzione). Ma soprattutto, e ciò lo dico perché, nonostante sia giovane , un minimo di esperienze (non sempre negative a dir la verità) le ho fatte anche io: tutelateci!C’è chi confonde la volontà di far crescere i giovani con il diritto allo sfruttamento (ovemai si possa parlare di un diritto nello sfruttare!). In un paese civile chi produce viene pagato, a Napoli, magari forse anche nel resto del paese, si viene prima non pagati (“ma sai, stai facendo esperienza”), poi costantemente sotto-sotto-sottopagati (“ma sai,anche a me pagano in ritardo!". Posto che non mi permetterei mai di” fare di tutta l’erba un fascio”, mi farebbe piacere che l’Ordine prendesse posizione in tal senso. Esiste un codice deontologico ed immagino che una delle questioni fondamentali che si denotano da questo, sia proprio il rispetto per il lavoro dei propri colleghi, anche se più giovani di quarant’anni… in realtà, questo, però, non è solo un “dettame” del codice deontologico, credo che sia una regola base della civiltà, e ahimè, non tutti i miei colleghi la rispettano. Perdonatemi lo sfogo e queste mi esternazioni un po' rabbiose...il punto è che ci sono tanti nostri colleghi (non tutti quelli che conosco, è ovvio e lo ribadisco 100 volte...ma sono tanti) la cui gestione delle risorse umane che si ritrovano a disposizione è del tutto discutibile, insomma spaccarsi la schiena per 12 ore al giorno davanti ad un pc per poi esser pagati 3 euro lorde all'ora, non è lavoro, si chiama solo sfruttamento e vorrei tanto che qualcuno ci tutelasse e condannasse questi comportamenti che non hanno alcuna scusante.
Viviamo in un paese (chissà forse su un pianeta) dove i politici gestiscono la nazione come se fosse un’azienda, fanno ciò per convinzione e/o per tornaconto personale, dimenticando l’esistenza delle politiche sociali, della ricerca, dell’istruzione, della sanità e dei diritti inerenti a tutto ciò; mi auguro che la nuova configurazione dell’ordine degli architetti non prenda mai spunto da una simile ideologia e che i nuovi eletti (lista blu e non) si ricordino sempre che stanno li non per tutelare se stessi ma tutti e che il loro unico tornaconto sia l’eventuale stima che i loro colleghi dovrebbero riporre nel loro operato.
Vladimiro D’Amico