sabato 27 giugno 2009

Se fossimo a Parigi

Se fossimo a Parigi, in una stanzetta del secondo piano della” Maison de la Ville” o chissà dove, troveremmo appesi al muro i grafici che descrivono un progetto per il centro storico; capiremmo quale è la idea generale operativa e, puntando il dito, magari su un touch screen, visualizzeremmo l’area dove si tenta una rifunzionalizzazione, quella in cui prevale la messa in sicurezza, più giù capiremmo che si riconnette il tessuto urbano, più avanti si ripristina…, a destra si scava; insomma rintracceremmo una logica, né buona né giusta: una idea organizzativa da condividere o meno.
Avremmo anche un piano generale di cantierizzazione sostenibile per far sì che gli abitanti prendano coscienza di quanto si farà, collaborino e soffrano i minori disagi possibili per il minor tempo compatibile con quello che si vuol fare.
Se fossimo a Parigi forse ci sarebbe anche una maquette, chissà… dove privati cittadini, tecnici, curiosi, arrabbiati, entusiasti, pensatori liberi e non potrebbero, volendo, andare e capire con immediatezza.
Mi chiedo, a Napoli, dove è visibile tale materiale. Non chiedo la luna: chiedo un indirizzo con un numero civico, una stanzetta e qualche informazione. Dovuta, credo , al fine di prendere atto del faticoso lavoro fatto nel tempo da altri, ringraziarli e, se del caso, far sentire la mia approvazione o il mio dissenso.
Sono certa che questo indirizzo esiste perché se non esistesse dovremmo seriamente preoccuparci.
Avremmo alcuni numeri (importo dei vari finanziamenti), avremmo un consistente numero di preesistenze su cui dover intervenire, un tessuto urbano in sofferenza evidente, e in mezzo? In mezzo, se non ci fosse una idea ordinatrice e informatrice chiara, che ci sarebbe, l’arrembaggio? L’abbinamento a sorte tra edificio, finanziamento e, magari, tecnico incaricato? Un sorteggio e tre piccioni? Una solita “cabina di regia”? Magari su di un documento condiviso chiuso all’interno delle tavole di concertazione? Non può essere.
Deve esserci questo posto, magari modesto, in cui tutto è chiaro, ordinato, pronto, visibile, dove il lavoro svolto ha preso forma, come accade in tutte le città civili.
Infuriano intanto sui giornali (ed è un bene) diverse visioni sull’argomento e entra, di soppiatto ma con la forza del caso, una domanda, anche questa semplice: chi opera dal punto di vista tecnico? Come dire, chi progetta? E’ una domanda interessante.
Escluso il sorteggio “tre piccioni”mi chiedo che accadrà. Lungo elenco quello dei professionisti… Come si procederà? Certamente, come per legge, mediante il confronto a cinque sotto i centomila euro? Gara sopra soglia? Insomma secondo la bisogna? C’è già qualche progetto pronto? C’è quasi sempre qualche progetto già pronto da poter utilizzare, magari buono. Insomma che si fa? Queste procedure amministrative richiedono un proprio tempo tecnico ineludibile che sarà stato ovviamente calcolato. C’è un posto dunque dove è possibile attingere tali informazioni sulla procedura dedicata e delicata ? E’ il secondo indirizzo che sarebbe utile avere. Oppure, mi chiedo, per ottimizzare le risorse, esso è stato situato nella stanza accanto a quella della Maquette?
Quando sui giornali appaiono (a febbraio, come i più volenterosi potranno riscontrare) articoli del tipo “Pronti a partire per il Centro Storico”, che vuol dire? Che tutta la fase ideazione/organizzazione è stata espletata? La comunicazione, devo dire, risulta meno curata ma… non si può avere tutto. Gli sforzi di chi ha pensato non sono adeguatamente diffusi né valorizzati. E non si può farlo attraverso qualche rapido convegno sul tema… Come dire è mezzo inefficace e si sa bene.
Comunque è un gran risultato: Bene, anzi Benissimo. E le forze retrive e picconatrici in questa città non inizino a salmodiare e a remare contro. Chi può intoni un Alleluia, gli altri tema libero. Manifestazioni di giubilo invadano le strade!
Certo se così non fosse… Ma non è possibile neanche pensarci, se così non fosse la materia si farebbe incandescente, indecente, inaccettabile, impraticabile, insopportabile. Ma no, ma no, avremo la nostra maquette.
In mancanza avremmo un terzo, unico indirizzo, cui rinviare la faccenda. Uno solo.

Antonella Palmieri

venerdì 26 giugno 2009

(per) bocca di Rosa

240 milioni, prelevati dalla misura 6.2 del Por 2007-2013, sono gli investimenti previsti sul patrimonio edilizio, architettonico e cul­turale della città. Un ulteriore investi­mento complessivo di 140 milioni è destinato al miglioramento della mobilità (Ztl, parcheggi) o aiuti alle imprese in par­ticolare della zona Mercato e ai Quartieri Spagnoli (Pro­getto Bassi). Il Programma integra­to urbano o Piu-Europa per Napoli, altrimenti detto Grande Programma per il Centro Storico, impegna oltre 68 milioni sul re­stauro di chiese e complessi conventuali e sulla rifunzio­nalizzazione ad uso culturale di edifici pubblici, 40 milio­ni, compresa, ad esempio, la sistemazione definitiva dell’ex Ospedale militare ai Quartieri Spagnoli ed altri 171 milioni sulla «accoglienza», investendoli ancora su edifici religiosi ma destinati a diventare residenze stu­dentesche e alberghiere, o sull’arredo e la riqualificazio­ne di spazi urbani, su scavi archeologici (come l’Antica­glia), sulla sicurezza urbana (illuminazione) e la riqualifi­cazione delle aree mercatali storiche.

Lascio ad altri la facoltà di fare i conti ma sono parecchi soldini, oltre 500 milioni di euro. L'occasione è ghiotta e allora i soliti noti, supportati o a supporto dal gruppone di turno, scendono in campo con lettere e propositi di ottimi intenti. Ma si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare cattivo esempio…

La politica degli annunci vuole che a settembre si aprano i cantieri, vabbè… lasciamo stare questo aspetto. Ma i progetti? E gli incarichi? E allora tutti a parlare di qualità, trasparenza, persino il parroco che non disprezza, fra un miserere e un'estrema unzione, il bene effimero della bellezza, la vuole accanto in processione.

Del programma si sa poco così come poco si apprende dagli scarni comunicati stampa circa i “tavoli” ufficiali. Ma una notizia, un po' originale che evidentemente non ha bisogno di alcun giornale perché come una freccia dall'arco scocca e vola veloce di bocca in bocca, è stata ribadita con fermezza: nessuna demolizione. E pure a girare per i vicoli del centro storico si notano edifici post bellici che oltre a sferrare un pugno nello stomaco sono anche ridotti male dal punto di vista della vivibilità e della manutenzione e nessuno dotato di un minimo si senno può pensare che liberare qualche migliaia di metri quadri possa compromettere la severa teoria della scacchiera ippodamea… Probabilmente si intende evitare le complicazioni derivanti dallo spostare alcune centinaia di famiglie, come sarebbe doveroso nello scandaloso caso della muraglia di Piazza Mercato, a discapito di cultura, accoglienza, vivibilità e pubblica utilità. Speriamo vivamente di essere smentiti.

Tornando agli incarichi e senza polemiche crediamo che il sorteggio abbia avuto scarsi risultati in termini di cambiamento e novità, tant’è che come criterio di affidamento ha avuto vita ancora più breve del felice periodo bassoliniano. Anche la proposta delle “tre fasce professionali” controllate dall’Ordine appaiono incastri macchinosi e non assicurano obiettivi di qualità. Così come le gare con il “prezzo più basso” o con il “criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”.

Allora non ci resta che (piangere?) il concorso. Ma un concorso snello, veloce, in forma palese e sottoposto al giudizio della cittadinanza. Una tavola, a matita, disegnata da una mano collegata ad un cervello, che rispetti un quadro economico preciso e circostanziato e un’accorta indicazione prestazionale per ogni ambito di intervento. Vuoi vedere che si chiariscano meglio tutti questi fantasiosi programmi?

(E fu così che da un giorno all'altro bocca di rosa si tirò addosso l'ira funesta delle cagnette a cui aveva sottratto l'osso)

Luciano Marini




SUPERSANTOS, il corto vincitore del Premio Ischia Corti d'Architettura, in attesa ... del premio!


PREMIO IN PALIO: IL CACHISSO D'ORO

PREMIO IN PALIO: IL CACHISSO D'ORO