martedì 28 ottobre 2014

RESTA IRRISOLTO IL PROBLEMA DELLA MANUTENZIONE DELLE OPERE REALIZZATE

In due settimane cronoprogramma cantieri fiume Sarno
Entro due settimane sarà pronto il cronoprogramma relativo all’apertura dei cantieri e ai tempi di realizzazione delle opere per la messa in sicurezza del fiume Sarno, un progetto che prevede una spesa di 247,4 milioni – compresi gli interventi per la depurazione e il disinquinamento delle acque – di cui 200,7 provenienti da fondi europei che rischiano di andare persi se non utilizzati. E’ l’esito della riunione che si è tenuta oggi a palazzo Chigi voluta da #italiasicura, la struttura di missione del governo contro il dissesto idrogeologico, alla quale hanno partecipato regione Campania, sindaci dei comuni interessati, ministero dell’Ambiente, Autorità di Bacino, Dipartimento per lo Sviluppo, Invitalia e Dipartimento della Protezione Civile. Il bacino del fiume Sarno e dei suoi affluenti attraversa tre province campane (Avellino, Napoli e Salerno) e coinvolge 38 comuni in cui vivono circa 850.000 abitanti. Attualmente, ci sono complessivamente 935 ettari in aree a rischio elevato o molto elevato, dove vivono 44.000 abitanti. Il progetto ‘Grande Sarno’ prevede la realizzazione di un canale scolmatore, vasche di laminazione e aree ad esondazione controllata per una superficie complessiva di meno di 100 ettari. Quanto all’inquinamento, si è già registrata una netta diminuzione in quanto i cinque depuratori previsti sono stati completati e funzionano, mentre continuano ad essere necessari interventi sulla rete fognaria e sui collettori delle acque. “Il progetto Sarno è prioritario per l’intero Paese – ha detto il Coordinatore di #italiasicura Erasmo D’Angelis – con risorse certe e benefici non più rinviabili in termini di sicurezza, disinquinamento e riqualificazione del territorio. Per garantire la massima accelerazione dei tempi per l’apertura dei cantieri e il completamento delle opere si è scelta la strada dell’integrazione degli obiettivi: mai più allagamenti nei centri abitati, acque disinquinate e aree verdi recuperate e tornate nella disponibilità dei cittadini”. “Quella tra Governo, Regione e Comuni è un’importante sinergia – ha aggiunto l’assessore campano Edoardo Cosenza – per una grande priorità nazionale che è la messa in sicurezza del Sarno”.


venerdì 24 ottobre 2014

è lei, Maddalena.

Articolo da la Repubblica Mobile. "E' lei la vera Maddalena". Svelato il mistero di Caravaggio http://www.repubblica.it/cultura/2014/10/24/news/e_lei_la_vera_maddalena_svelato_il_mistero_di_caravaggio-98877106/

sabato 24 novembre 2012

PEREQUAZIONE URBANISTICA, quali opportunità? Principi, applicazioni e casi di studio

La prima parte della giornata è teorica pratica, al fine di fornire informazioni generali e specifiche sullo stato dell’arte sulla Perequazione urbanistica, con riferimento alle normative vigenti, strumenti urbanistici, evoluzioni, criticità operative, possibilità e confronto con casi di studio già attuati in Italia e all’estero.
La seconda parte è articolata con una tavola rotonda – dibattito per discutere in merito all’housing sociale e alle criticità operative della perequazione. Sarà possibile interloquire con i relatori, affrontando aspetti pratici sia dal punto di vista tecnico urbanistico, che giuridico amministrativo, estimativo. È prevista una scheda per porre i quesiti e gli aspetti di interesse con debito anticipo ai relatori

http://www.urbancenterpontedera.it/

venerdì 23 novembre 2012

I PRESUPPOSTI PER UN VERO DIALOGO

Il comunicato del Gruppo Consiliare Regionale PD Campania sul ddl Paesaggio di Taglialatela

(22.11.2012)

L’inizio di un vero dialogo in consiglio sui contenuti del Disegno di Legge “Norme in materia di paesaggio in Campania”è legato a dei ben precisi presupposti (sarebbe meglio dire: condizioni).
Innanzitutto è necessario che il Presidente della Giunta regionale chiarisca ai consiglieri ed all’opinione pubblica di cosa stiamo parlando.
Il disegno di legge all’esame del consiglio non è il nuovo Piano Paesaggistico Regionale.
Nemmeno esso costituisce atto necessario per la redazione del PPR: la legislazione internazionale (Convenzione del paesaggio) e nazionale (Codice dei beni culturali e del paesaggio) forniscono già le indicazioni e gli strumenti per fare il piano paesaggistico che la Campania attende da troppi anni.
Il ddl ha contenuti disomogenei, alcuni dei quali attengono alle future attività di elaborazione del Piano Paesaggistico Regionale, altri riguardano le attività amministrative in materia di autorizzazioni paesaggistiche. Altri ancora invadono la disciplina di ambiti di pianificazione molto più generali. Per il primo e il terzo aspetto il ddl contiene disposizioni molto preoccupanti, che hanno motivato in tutti i mesi scorsi l’espressione di un giudizio fortemente negativo sia del gruppo consiliare PD sia delle associazioni culturali ed ambientaliste sia di molti esponenti dell’Università e della cultura regionale e nazionale.
Ne consegue che deve essere detto con chiarezza che le parti politiche, e le associazioni, il mondo della ricerca e della cultura, che a gran voce chiedono di discutere tutti gli aspetti di un disegno di legge molto controverso, non possono essere tacciate di non volere il piano paesaggistico.
Anzi, noi chiediamo che la redazione del piano proceda nel modo più spedito, nel rispetto del Codice del paesaggio, e assicuriamo a questo processo istituzionale – che deve essere sottratto alla contingenza del dibattito tra le forze politiche – il nostro sostegno più completo, in tutte le forme che si rendessero necessarie.
Tornando al disegno di legge all’esame del consiglio, oltre alla necessità di ribadire cosa non è (non è sicuramente il piano paesaggistico, né un atto propedeutico ad esso), è ugualmente necessario dire con chiarezza quali sono i reali contenuti e obiettivi del ddl.
Qui arriviamo ai punti veramente problematici, ed il problema è che il ddl interviene in alcuni consolidati strumenti di tutela e governo del territorio, di natura sia pianificatoria che legislativa, modificando in corsa le regole, in assenza di una nuova disciplina organica rappresentata dal piano paesaggistico.
In particolare sono state denunciati:
· Profili di incostituzionalità per l’invadenza del ddl nel campo della tutela paesaggistica, di competenza dello Stato;
· Una sovrapposizione impropria del PPR sul PTR, sui suoi contenuti e sulla sua efficacia;
· La distorcente proposta di misure compensative di natura ecologica come strumentazione generale di politica del paesaggio, utilizzabili – è legittimo temere – tanto per improprie sanatorie edilizie in territori di pregio (Ischia, Campi Flegrei, Vesuvio, penisola sorrentina), quanto addirittura per aprire varchi negoziali nelle norme del redigendo PPR relativamente alle zone più qualificate e vulnerabili del territorio regionale;
· La facoltà della Giunta regionale di modificare la cartografia del PPR, una volta approvato, “sulla base del recepimento delle trasformazioni fisiche del territorio avvenute nel tempo”: formulazione che si presta a capziose interpretazioni a favore di sanatorie di fatto dell’abusivismo edilizio;
· La cancellazione di importanti norme legislative, quali – in particolare – la LR 17/1982 come modificata dal comma 2 dell’art. 9 della legge regionale 15/2005 che limita più del Testo unico sull’edilizia gli interventi ammissibili nelle zone esterne ai centri abitati prive di norme urbanistiche (Comuni senza piano o zone di vincolo espropriativo decaduto), o parti della LR 13/2008 contenenti l’obbligo di rispettare le Linee guida del paesaggio del PTR come indirizzo vincolante per qualunque piano urbanistico o specialistico;
· La modifica della LR 21/2003 sulla zona rossa del Vesuvio sia per consentire ampliamenti dei volumi residenziali esistenti, sia per cancellare il PSO, lasciando intendere che con il PPR potrebbero anche scomparire le limitazioni imposte in quel territorio per il rischio vulcanico;
· La mutilazione del PUT dell’area sorrentino-amalfitana sottraendo alla sua applicazione tutta la fascia esterna al crinale dei Monti Lattari, nonostante l’importanza e la delicatezza del patrimonio paesaggistico, archeologico e storico-culturale che vi si riconosce;
· La cancellazione della legge per Velia e il suo contesto.
Al di là delle intenzioni, il risultato è quello di creare un pericolo “interegno”, di durata assolutamente non preventivabile, nel quale il combinato disposto delle leggi e dei piani vigenti in aree assolutamente critiche come la penisola e l’area vesuviana, viene – per ammissione stessa dei promotori – “allentato”, aprendo una fase di incertezza, di possibili forzature, abusi, arbitrii, dei quali sarà molto difficile dopo venire a capo.
Dopo la smentita della Soprintendenza regionale circa l’accordo sul ddl, l’assessore Taglialatela ha presentato 15 emendamenti, la maggior parte dei quali – a cominciare da quello sul titolo della legge dal quale spariscono i termini “tutela” e “valorizzazione” – mirano a disinnescare le polemiche sulla costituzionalità del ddl in rapporto alla competenza statale sulla tutela dei territori vincolati e sul rispetto del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Ma la sostanza delle preoccupazioni di merito resta tutta (si può anzi sottolineare come l’emendamento relativo all’abolizione della LR 17/1982 renda la norma che ne risulterebbe egualmente preoccupante ma molto più confusa).
E’ per questo che ribadiamo che la discussione sul ddl per iniziare veramente, deve partire dall’esclusione o dalla radicale revisione dal testo degli articoli 7, 11 e 15.
Come tutti gli atti fondamentali di governo del territorio, il piano paesaggistico – quello vero – dovrà necessariamente essere il frutto di una collaborazione la più ampia possibile tra le forze politiche presenti in consiglio e con la società civile.
Ne va della legittimità ed autorevolezza stessa del provvedimento.
Ricordiamo che il PTR è stato approvato all’unanimità dal Consiglio, dopo un ampio processo di consultazione, e viene pertanto giustamente percepito come patrimonio comune delle istituzioni e dei cittadini.
E’ questa la strada sulla quale dobbiamo indirizzare anche il nuovo Piano paesaggistico regionale.
Su questa strada, la collaborazione nostra e delle realtà associative, non potrà che essere piena e costruttiva.
PD Campania, Gruppo Consiliare Regionale

SISMA 80

http://www.sisma80.it/

''A distanza di 32 anni, il terremoto del 1980 deve restare per noi un monito ad affrontare il rischio sismico sempre presente con la logica della prevenzione''.

http://www.eddyburg.it



mercoledì 26 ottobre 2011

Napoli Design District

L'Associazione Culturale Interviù, attiva a Napoli dal 1996, bandisce in collaborazione con l'Ordine degli Architetti di Napoli e Provincia, il Patrocinio della Regione Campania, della Provincia e della I Municipalità di Napoli, il Premio "Napoli Design District" (www.napolidesigndistrict.it) finalizzato alla valorizzazione delle migliori proposte ideative di designer, architetti, artisti che risiedono nella città di Napoli e della sua Provincia. Il premio ha l'obiettivo di porre all'attenzione delle Istituzioni pubbliche, della stampa di settore e del mondo della produzione le migliori energie creative che, senza limiti di età né di percorso formativo, intendano cogliere questa opportunità di confronto. Il Premio prenderà in considerazione immagini fotografiche di prototipi inediti di oggetti e pezzi unici che sappiano coniugare la forza della tradizione dei nostri luoghi con la cultura del progetto contemporaneo. La collaborazione con esercizi commerciali disponibili ad esporre le migliori proposte selezionate consentirà la realizzazione di una mostra accessibile con faciltà dal grande pubblico fornendo agli artisti la opportunità di allargare e di diffondere le proprie idee e proposte e al pubblico di avvicinarsi in modo diretto e immediato ad oggetti ideati e prodotti da designer napoletani. Tale sforzo viene affrontato nella consapevolezza che le nostre risorse creative e le abilità artigiane del territorio meritino grande attenzione e, soprattutto, la ricerca di opportunità di collegamenti con il mondo della divulgazione di settore, della produzione e della distribuzione.
Napoli, ottobre 2011

Bando Premio NaDD
Articolo 1 - Oggetto
L’Associazione Culturale Interviù (www.interviu.it), in collaborazione con l’Ordine degli Architetti e con il Patrocinio di Enti ed Istituzioni locali, bandisce un Premio per la migliore realizzazione di oggetti di design con il fine di promuovere e valorizzare le energie creative della città di Napoli e della sua Provincia. Tale Premio, aperto a tutti i designer ed artisti napoletani senza limitazioni di età, si basa sull’equazione “creatività + innovazione + tradizione = design” e prevede la selezione di fotografie dei prototipi realizzati e l’esposizione dei prescelti oggetti nell’ambito dell’iniziativa “Napoli Design District” in alcuni degli esercizi commerciali più prestigiosi della città aderenti all’iniziativa.
Il Premio è regolato dalle seguenti disposizioni:
Articolo 2 - Tema del Premio
Il tema del Premio è la creazione di oggetti rientranti nella categoria “complementi di arredo” progettati e realizzati in qualità di prototipo, con un design sostenibile, innovativo, creativo ed ecologico.
Articolo 3 - Condizioni di partecipazione e di esclusione
Il Premio è aperto a tutti i designer e agli artisti di Napoli e Provincia, senza limitazioni di età e senza alcuna quota di partecipazione. I concorrenti possono partecipare sia singolarmente che in gruppo, purché ne sia specificato il responsabile. Sono esclusi coloro che non rispettino le richieste e le prescrizioni del presente bando. Nel caso gli oggetti ritenuti validi si rivelino eccessivamente numerosi per una loro efficace esposizione negli spazi commerciali disponibili, la Giuria si riserva la possibilità di effettuare una ulteriore e successiva fase di selezione degli oggetti da esporre garantendo, in ogni caso, la pubblicazione in catalogo, anche on-line, di tutti i progetti selezionati nella prima fase.
Articolo 4 - Modalità di partecipazione
Il candidato dovrà recapitare - consegnata anche a mano - la documentazione richiesta presso l’Ordine degli Architetti della Provincia di Napoli entro il termine delle ore 12.00 del giorno 18 gennaio 2012. Il ritardo nella spedizione o nella consegna, qualunque ne sia la ragione, comporta l’esclusione dal Premio. Gli oggetti possono essere prototipi effettivamente riproducibili, multipli d’arte o di design realizzabili in piccole tirature, pezzi unici che potrebbero però appartenere ad una ipotetica collezione di soggetti simili. Gli oggetti devono appartenere alla categoria merceologica dei “complementi di arredo”. Ogni immagine dell’oggetto deve essere accompagnato da una breve scheda che indichi: nome del/i progettista/i, eventuale titolo/i, funzione/i, materiali utilizzati, anno di progettazione, tipologia di opera (unica, multiplo, prototipo…), con l’aggiunta di un breve sommario che illustri i tratti essenziali e la poetica dell’opera. Nella fase di selezione, è necessario far pervenire reali immagini fotografiche ad alta risoluzione dei singoli prototipi realizzati (no immagini render), sia in copia cartacea che su supporto digitale, con allegato il curriculum vitae del candidato/i (completo di luogo e data di nascita, indirizzo, numero telefonico, indirizzo e-mail, studi compiuti, attività espositive, con particolare attenzione agli anni più recenti). Il curriculum dovrà recare l’espressa autorizzazione al trattamento dei dati personali, ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ed essere accompagnato da una fotocopia (fronte/retro) del documento di identità ed infine espressa dichiarazione di originalità del prototipo realizzato e fotografato ed il consenso alla esposizione e pubblicazione dell’opera.
Successivamente la selezione, ciascun partecipante dovrà far pervenire imballato ed a proprie spese presso l’esercizio commerciale prescelto e tempestivamente comunicato, il prototipo realizzato per l’intero periodo di esposizione.
Articolo 5 - Selezione delle opere
La scelta delle opere avverrà esclusivamente tramite selezione delle immagini fotografiche del prototipo pervenute a cura di una qualificata Giuria, composta da esponenti del mondo culturale, artistico ed istituzionale. La scelta avverrà dopo la scadenza del termine fissato per la presentazione della documentazione e delle opere. I nomi dei finalisti, scelti in base al rispetto della tematica proposta, all’originalità della loro ricerca, al valore creativo e al rapporto con la contemporaneità e alla realtà napoletana, saranno resi noti sul sito internet www.napolidesigndistrict.it. La Giuria responsabile della selezione si doterà di criteri di valutazione coerenti con le linee del presente regolamento. Le decisioni della Giuria saranno insindacabili e inappellabili precludendo ogni possibilità di ricorso. L’Associazione Culturale Interviù provvederà a inviare tempestiva comunicazione ai finalisti in ordine all’esito del Premio.
Articolo 6 - Segreteria del Premio
La Segreteria del Premio ha sede presso l’Ordine degli Architetti della Provincia di Napoli, sito in Napoli alla Piazzetta Matilde Serao n. 7 - 80133 Napoli, Tel. 081 4238259/081 4238279 Fax 081 2512142. Presso questa sede - entro gli orari di ufficio - deve essere recapitato il materiale in concorso.
Articolo 7 - Mostra conclusiva
La mostra dei finalisti verrà inaugurata e rimarrà aperta durante il periodo Pasquale presso le attività commerciali napoletane del centro che aderiscono all’iniziativa. Alla documentazione della mostra verrà dedicato il sito www.napolidesigndistrict.it dove saranno reperibili informazioni sul Premio e dove potranno essere inoltrati quesiti esclusivamente a mezzo e-mail. I designer e gli artisti selezionati, qualora lo ritenessero opportuno, dovranno provvedere autonomamente a fornire elementi tecnici o particolari strumentazioni necessarie all’esposizione o al montaggio delle loro opere e/o ad attivare eventuale copertura assicurativa. L’allestimento dell’esposizione avverrà, in seduta non pubblica, a cura insindacabile del responsabile preposto. A conclusione della mostra, le opere dovranno essere immediatamente ritirate a cura e spese proprie. L’organizzazione non si assume nessuna responsabilità per l’eventuale danneggiamento o perdita delle opere esposte.
Articolo 8 - Premi
La Giuria provvederà a selezionare i migliori oggetti presentati che entreranno nel circuito espositivo precedentemente menzionato; ai migliori tre saranno attribuiti i seguenti premi: I classificato € 2.000; II classificato € 1.000; III classificato € 500. Tali importi si intendono al lordo di imposte ed oneri fiscali/previdenziali. I restanti oggetti inviati saranno comunque inseriti nel catalogo inerente l’iniziativa.
Articolo 9 - Disposizioni finali
La partecipazione al Premio implica l’accettazione integrale delle norme del presente bando. I partecipanti autorizzano espressamente Interviù/Ordine Architetti a trattare e a utilizzare i loro dati personali in conformità alle disposizioni del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e successive modificazioni e integrazioni. Interviù si riserva la facoltà di modificare, previo avviso, le scadenze e i termini indicati nel presente bando di Premio, se ciò dovesse rendersi necessario per esigenze organizzative. Responsabile dell’iniziativa è il Presidente di Interviù.
Napoli, ottobre 2011

lunedì 10 ottobre 2011

Feste, Farina e…

Mi scusino i colleghi architetti ed amici che interverranno a questa manifestazione, io non ci sarò!

Ritengo che chiamare questo evento “Festa dell’Architettura” sia insopportabilmente ridicolo e pomposo; fossimo a Berlino oppure a Milano…!

Ma che abbiamo da FESTEGGIARE? L’abbandono completo di monumenti storici eccezionali, la distruzione di un territorio bellissimo e pregno di storia come pochi al mondo, l’inquinamento e l’avvelenamento delle nostre acque, la perdita di tutte le risorse agricole ed ambientali;

e non solo, non dimentichiamo le perle dell’architettura costruite in questi anni: il quartiere di Toiano, I CARRARMATI GIALLI E ROSA schierati di fronte alle CASE DEI PUFFI, dove si smercia la robba’ ed alle CASE PARCHEGGIO con strutture edilizie in setti di C.A. alla faccia della provvisorietà!

Poi c’hanno costruito la nuova Pozzuoli, città prefabbricata, dove ci sono le CASE delle MUTANDE e i 500 ALLOGGI, dove le piazze e gli edifici pubblici di “TENDENZA”, gusto dell’epoca, sono tutti abbandonati, mai funzionanti e fatiscenti.

La città storica e tutti i suoi ruderi conviveva in armonia circondata ed immersa in una corografica cornice che oggi intravvediamo a stento, in una felice campagna ed un mare che ispirava grandi viaggiatori e poeti di cui tutti conosciamo.

Ed oggi? L’antica acropoli del Rione Terra da 40 anni è stata negata ai cittadini; la mia generazione la conosce prima come una città fantasma (di sublime atmosfera Morrisiana) e poi un interminabile cantiere di Restauro. In effetti, tranne in occasione credo del Concorso di Restauro per il DUOMO, non so se c’è stato mai un dibattito pubblico o un sistema di informazione di tipo scientifico e/o culturale sulle tecniche di recupero, sulle scelte di Restauro adoperate specie per le parti di edilizia di interesse minore, sulle scoperte effettuate e sull’avanzamento dei lavori.

Intanto il resto dl territorio è stato regalato all’abusivismo e alla deregulation che ha preso un po’ tutti per la gola ed ognuno a fatto a modo suo, senza voler essere sospettosi o in malafede, o quando si è trattato di mettere in atto un sistematico meccanismo di saccheggio e speculazione, con il riciclaggio anche di denaro derivante da attività non proprio legali, effettuato in vari modi, quali ristrutturazione immobiliari post- bradisisma e un fiorire qua è là di locali, ristoranti e ristorantini etc….

Ecco l’altro tassello mancante, la Ricostruzione post- bradisisma. Ci sarebbero tante cose da dire a vario titolo sull’argomento.

Fermiamoci alla questione, per cosi dire, estetico culturale come professionisti o architetti, sappiamo che c’era la necessità di realizzare una grande e autentica operazione di restauro urbano, la quale poteva restituirci una modello città e di cittadinanza paragonabile alle splendide città storiche dell’Italia centrale (Toscana, Umbria) in un territorio dalle mille risorse.

Ed invece? Conosciamo da abitanti la realtà di tutti i giorni.

Ora se ne vengono con la “Festa dell’Architettura”, ma possiamo farci prendere in giro così?!

Una oligarchica Banda di Signorotti locali e di Mercenari, imparentati fra di loro in mille modi ed amici degli amici, che hanno da sempre succhiato da questa terra il suo sangue come vampiri dalla mentalità feudale, al fine solo dell’ arricchimento personale e del piacere per il potere, adesso vogliono coprire questa bieca operazione di speculazione edilizia , con l’arroganza di volersi mostrare come la moderna elite politica ed imprenditoriale, attraverso la pantomima della rappresentazione culturale e dei nomi importanti .

Sarà il segno dei tempi, sarà che la decadenza politica, culturale e morale ormai rappresenta lo Tzunami che devasta la nostra società e il nostro modo di vivere. Noi, in questo modo, non potremo mai essere interpreti della bellezza e della armonia che ha caratterizzato le opere degli antichi costruttori, degli artisti e degli architetti moderni.

Pietrovaldo Delle Donne

venerdì 6 maggio 2011

Il ministro senza vergogna e senza portafoglio

RIPORTIAMO, MA SENZA SPERANZA, UN ACCORATO APPELLO DI MARCO CATTANEO TRATTO DA LE SCIENZE BLOG. AD MAIORA…

 

Martedì, a Ballarò, il ministro Mariastella Gelmini ha vantato – di passaggio – l’approvazione del Piano Nazionale della Ricerca “che prevede un miliardo e quattrocento milioni di euro da spendere nei prossimi tre anni”.
Il PNR 2011-2013, in effetti, era stato presentato il giorno prima, con due tavole rotonde dalla composizione almeno in parte imbarazzante.

invito 19 Aprile PNR_Pagina_2

Al di là della presenza dei presidenti dei maggiori enti pubblici di ricerca (che dovrebbe essere un’ovvietà, ma non c’è da scommetterci), brillano per competenza l’introduzione di Maurizio Gasparri e la moderazione delle tavole rotonde, affidata a Bruno Vespa, capace di passare con la consueta eleganza dall’epigenomica alla comunicazione con l’Aldilà (per chi si fosse perso il tema della puntata di Porta a Porta di ieri).

So che era presente qualche collega della stampa, ma noi non siamo stati invitati. E, data la parata di premi Nobel, c’è quasi da vantarsene.

Allora, per curiosità, siamo andati a vedercelo il Programma Nazionale della Ricerca sbandierato dal Ministro come un’azione che avrebbe “l’obiettivo di allineare la spesa italiana per la Ricerca alla media europea, mediante la realizzazione delle Azioni previste e dei Progetti Bandiera identificati con il contributo della comunità scientifica ed
imprenditoriale” (lo si legge a pagina 76; il PDF potete scaricarlo qui).

E qui ci è venuto un primo sospetto. I 14 Progetti Bandiera (da pagina 82 in poi) assommano a 1772 milioni di euro (1,77 miliardi, a beneficio del ministro) in tre anni o più, e , come la signora Gelmini ha sottolineato davanti alle telecamere, si parla di 1,4 miliardi da spendere in tre anni. Questa cifra è pari, complessivamente, all’1 per mille del PIL 2010, che diviso per tre anni fa 0,33 per mille all’anno. E come farebbe, di grazia, ad “allineare la spesa italiana per la ricerca alla media europea”?

Ma questo è niente. Se si vanno a leggere i dettagli del finanziamento dei singoli Progetti Bandiera, si fanno scoperte istruttive. La quasi totalità dei fondi, infatti, proviene dal FOE, il Fondo ordinario per il finanziamento degli enti e istituzioni di ricerca, oppure dallo stanziamento ordinario dell’ASI, l’Agenzia spaziale italiana. Insomma, se mai si faranno i Progetti Bandiera, non ci sarà un centesimo in più, per la ricerca, saranno semplicemente privilegiati a danno di tutti gli altri progetti di ricerca, cui verranno sottratti i fondi provenienti dal fondo ordinario.

Di fatto, il PNR si configura così come una plateale ingerenza nelle scelte degli enti di ricerca, in barba all’autonomia sancita per legge e caldamente suggerita dal buon senso a chi con fatica è riuscito a terminare il suo curriculum di studi.

Non crederete che sia finita qui, vero? A pagina 74 del notevole documento (notevole se non altro per il bassissimo rapporto contenuti/numero di pagine) prodotto dal ministro e sottoscritto dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, c’è una tabellina illuminante. Che spiega a che fondi il ministro e le Sorelle Bandiera, pardon i Progetti, dovrebbero attingere.

806 milioni di euro, si vede, saranno sottratti al Fondo ordinario. Complessivamente il 15 per cento del totale. E se considerate che nel fondo sono compresi i salari dei ricercatori e degli altri dipendenti… Avete scommesso? Risposta esatta, non avanzano che le briciole. Ovvero, l’approvazione dei Progetti Bandiera cancella di fatto tutti gli altri progetti di ricerca degli enti pubblici italiani.
268 milioni verranno dai Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale, retrocessi a tavolino in serie B.
Poi ci sono un sacco di altri fondi, ma sono sulla carta e lì resteranno, potete scommetterci. Per esempio i quasi 3 miliardi dei PON. I PON sono fondi europei, e non si possono usare per quello che ci pare. Mentre nei FAR, guarda che caso, ci sono fondi per le aree depresse. Il resto sono spiccioli…

Insomma, dietro l’altisonante Programma Nazionale della Ricerca 2011-2013 non c’è un centesimo, se non quelli spesi per stamparlo e presentarlo.
Come dimostrano i Progetti di Interesse, illustrati da pagina 89 in poi, che brillano per chiarezza espositiva e per trasparenza economica: la copertura finanziaria è, secondo i casi, “da definire” o “da individuare”.

Poi, nel Programma Nazionale della Ricerca (le maiuscole non sono mie), oltre a mancare i quattrini, è assente ingiustificata anche la trasparenza. Il ministero, alla pagina web dove si può scaricare il file PDF, sostiene che il PNR sia “l’esito di una ampia consultazione che ha coinvolto la comunità scientifica e accademica, le forze economiche, la rappresentanza della Conferenza Stato Regioni e dell’Osservatorio sulle politiche regionali per la ricerca e l’innovazione, nonché tutte le Amministrazioni dello Stato competenti per materia”.

Ma non dice chi. Chi, come, dove, su quali basi. Quando si approvano progetti di ricerca di portata multimilionaria, come i nostri Progetti Bandiera, nel resto del mondo si istituiscono commissioni che studiano il progetto, la fattibilità, i tempi, e pure i costi, perché il denaro pubblico non vada sprecato. Perché può darsi che io preveda di spendere 10 per un progetto per cui potrei spendere 8. O magari invece 12, e allora bisogna essere pronti a trovare anche gli altri due euro. Per questo qualcun altro è incaricato della revisione e della valutazione.
Qui, invece, va diversamente. Non mi risulta che siano stati consultati né l’Anvur né il Civr, ossia i due organismi che dovrebbero valutare la ricerca. E non sono stati consultati per una ragione semplicissima. Perché non esistono: la prima non si è ancora insediata, mentre il secondo è stato sciolto, in attesa che si insedi la prima.
Una nota penosa: l’ultima valutazione della ricerca italiana risale al triennio 2001-2003.

Tutto questo sarebbe sufficiente a far vergognare un qualsiasi ministro europeo della ricerca. Tranne il nostro.

P.S. Il PNR è stato presentato e approvato nel silenzio indifferente o colpevole dei mezzi di informazione. Eppure si sta parlando del futuro del paese. O forse sono io che mi illudo.

mercoledì 27 aprile 2011

Architetti, avete voglia di festeggiare?

Il Festival dei “Luoghi”

Piazze, musei, chiese, teatri…per parlare di architettura del paesaggio e del futuro del mondo

Le due città del cuore verde d’Italia, rispettivamente capoluogo e capitale “religiosa”, si uniscono per fare fronte comune. L’asse Assisi – Perugia, un tempo “percorso” fieramente da cavalieri in battaglia, in sfida gli uni contro gli altri armati, ora è unito dalla cultura della pace e del dialogo.

leggi tutto su: abitare.it

CAMPANIA: PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE, INSEDIATO COMITATO TECNICO

(ASCA) - Napoli, 20 apr - La pianificazione paesaggistica della Campania verra' definita da una normativa regionale articolata in livelli autonomi ma concatenati l'uno all'altro: il Piano paesaggistico regionale (PPR); i Piani territoriali di coordinamento provinciale (PTCP) finalizzati alla valorizzazione paesaggistica; i Piani Urbanistici comunali (PUC) attuativi della pianificazione paesaggistica e di raccordo con le identita' locali.

leggi l’articolo su: asca.it

Tutto regolare, ovviamente.

L'affare di Bagnoli

Ripensamenti. Pentimenti. E folgorazioni. Sulla via di… Bagnoli, per esempio. Dove, grazie all’uso dei piani urbanistici attuativi (Pua), è diventato possibile costruire 600 appartamenti in più del previsto (erano già 1.200).
E l'area per il grande parco si fa sempre più piccola. Come è stato possibile? Cambiando la destinazione d’uso di consistenti fette dell’area bonificata. E inserendo d’ufficio Bagnoli nel Piano casa regionale. Più spazio all’uso residenziale, dedicato agli appartamenti. Ma non si escludono anche suggestivi Grand Hotel con vista mare. Tutto regolare, ovviamente: lo certifica il Pua.

leggi l’articolo su:

lettera43.it

venerdì 15 aprile 2011

PREMIO TATTARILLO

Scade oggi il termine per partecipare alla quinta edizione del nostro amato Premio Tattarillo!

Il termine di invio materiale è stato prorogato al 15 Aprile 2011 !

Sono molte le novità che caratterizzano l'edizione di quest'anno.

Innanzitutto il nuovo nome, che vuole rimarcare il nostro interesse nelle tecnologie appropriate a tutte le realtà di disagio, non solo quelle lontane ma anche quelle vicine a noi.

Inoltre, da quest'anno, il premio abbatte le frontiere: è aperta la partecipazione alle tesi realizzate in Università di tutto il mondo e alle tesi di Dottorato.

Da tradizione, invece, rimangono invariati i 3 premi da 1000 euro ciascuno e la modalità di valutazione delle tesi da parte di una commissione composta da docenti e ricercatori universitari e da esperti delle tematiche affrontate.

La cerimonia di premiazione finale si terrà il giorno 17 Giugno 2011 nel Salone de' Dugento in Palazzo Vecchio a Firenze con inizio alle ore 15.00.

Il termine per la consegna delle domande di ammissione era fissato al 28/02/2011 ed è stato prorogato al 15/04/2011. Ecco qui tutti i documenti de dovete consultare per poter partecipare:

Regolamento 2011

Domanda ammissione

Dichiarazione di conformità

Formato del report

(NB l'abstract deve essere scritto obbligatoriamente in inglese, il resto del report può essere scritto in inglese o italiano)

Poster A2

Se vi siete laureati da poco e vi interessano queste tematiche vi invitiamo a partecipare: il Premio Tattarillo vuole essere prima di tutto un'occasione per valorizzare e diffondere i vostri lavori come possibilità di scambio e crescita comune. Come in tutte le edizioni passate, anche quest'anno, raccoglieremo le presentazioni delle tesi partecipanti e le pubblicheremo in un apposito volume a cui daremo ampia diffusione. Inoltre quest'anno vi chiediamo di realizzare un poster di presentazione del vostro lavoro.

Per ogni informazione potete scrivere a premiotattarillo@gmail.com e consultare questa pagina che verrà periodicamente aggiornata.

Il “Premio Tattarillo” è organizzato da Ingegneria Senza Frontiere Firenze Onlus in memoria di Tommaso Fiorentino, studente in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio presso l’Università degli Studi di Firenze venuto a mancare nel novembre 2003. Il premio è riservato alle migliori 3 tesi dilaurea o dottorato il cui tema sia dedicato alle “tecnologie appropriate” per lo sviluppo sostenibile nei Sud del Mondo. L’obiettivo del premio è favorire l’avvicinamento degli studenti e di tutto il mondo universitario ai temi della sostenibilità nei “Sud del Mondo”, ovvero in tutte quelle realtà nelle quali lo sviluppo umano e l’accesso alle risorse sono limitati, indipendentemente dalla loro localizzazione geografica o dai motivi di tale scarsità (motivi storici, politici, economici o naturali).

O’SOLE MIO STA…SOLO A NORD?

Tag di Technorati: ,,,,

 

UE’ UE’… La Ue ha raddoppiato i consumi da energie rinnovabili in 10 anni. Raddoppia anche l’ansia tra gli operatori per i tagli agli incentivi.

leggi tutto su: ilsole(AZZ!)24ore(AZZ!)

Siti Unesco campani in pericolo

Sant'Elmo_9Legambiente racconta i mali dei 5 siti campani patrimonio dell’Umanità e chiede un confronto per una nuova legge sul turismo

Centro Storico di Napoli, Reggia di Caserta, Area archeologica di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, Costiera Amalfitana…

LEGGI TUTTO SU:

http://www.universy.it





SUPERSANTOS, il corto vincitore del Premio Ischia Corti d'Architettura, in attesa ... del premio!


PREMIO IN PALIO: IL CACHISSO D'ORO

PREMIO IN PALIO: IL CACHISSO D'ORO