Mina Di Nardo alla galleria KVETNA 1794
Vernissage venerdì 12 marzo 2010 alle ore 18.00
Fino a giovedì 1 aprile 2010 alle ore 21.00
Luogo: galleria KVETNA 1794
Napoli, passeggiata Colonna 16L (p.zza Amedeo)
La recente interpretazione artistica di Mina tenta di conciliare il mutamento della Natura e il suo dinamismo riprendendo l'insegnamento di Eraclito fatto proprio da Empedocle insegnando la dottrina dei quattro elementi "acqua terra aria fuoco".
L'Artista architetto indossa le vesti della mitologica dea Demetra con Gaia al suo fianco soffermandosi su singoli elementi naturali e mescolandoli tra loro parla di Amore e del Bene che da esso scaturisce per tutta l'Umanità. La sua profonda concezione, dettata attraverso le sue vibranti composizioni, è una saggia riflessione filosofica di dover trascendere dal proprio individualismo per scoprire un nuovo mondo e un nuovo modo di vivere. Emblematica è la scultura-uovo con rami secchi intrecciati in cui appare vivo e palpitante un corpo nudo di donna. E' l'immagine dell'Empatia. La proiezione in un oggetto di IO, giovane amata da Zeus e trasformata in giovenca bianca per salvarla, che si organizza con il proprio corpo spazialmente nell'oggetto. Oppure appare come la solitudine totale che assale, si avviluppa, si insinua, penetra e scava dentro come serpente rappreso da un profondo dolore che lo addenta. L'uovo è rassicurante come un sogno infantile. E' un testimone del tempo trascorso. Calarsi è un naufragio dolce in un fiume di memorie dentro atmosfere immaginarie irripetibili. Le altre foto parlano di opere lucenti imbevute di vita legate alla terra feconda che a tutti concede sensualità felicità e bellezza doni elargiti da Eros e da Venere. Mina genialmente opera ispirata da Armonia che le suggerisce l'idea di parti della natura da collocare in giusta proporzione per ottenere un insieme elegiaco che porta lo spettatore a meditare strappandolo dagli artigli del consumismo. Il suo operare è sotto i dettami della filosofia Zen e di Eraclito perché contempla il proprio intimo riflesso nella natura nel suo continuo fluire in un mutamento reale. Nella mostra echeggia il canto di Leopardi alla Primavera "Vivi tu, o santa Natura?"
Italo Pignatelli