mercoledì 21 ottobre 2009

UNA PROPOSTA PER GLI AFFIDAMENTI DI INCARICO CENTRO STORICO DI NAPOLI

All'Assessore Prof.Arch.Pasquale Belfiore.

Egregio Assessore,

travolta da insolito carteggio a tratti surreale che ha interessato in egual misura neoletti consiglieri dell'Ordine, professori,assessori e colleghi sul tema del Centro Storico, giungo, con questa mia, a sottoporle una proposta sull'attribuzione di incarchiall'apparenza meno dadaista del sorteggio.

Ho appreso che, a breve, lei sul tema incontrerà i Presidenti degli Ordini professionali, se non lo ha già fatto.

Non rivestendo tale ruolo e non dolendomene sarà difficile, però, che possa incontrarla e, pertanto, le scrivo.

Anche io.

La proposta è una banale idea che reputo ovviamente fattibile per tentare di lavorare in tanti. Me ne assumo la maternità, la responsabilità e la libertà.

Grata per l'Attenzione

Saluti

Arch.Antonella Palmieri

Lo scambio epistolare intercorso tra i Proff. Nicola Pagliara e Vincenzo Perrone esteso per opportuna conoscenza ai due Assessori al ramo : Prof. Pasquale Belfiore e Dott. Nicola Oddati, coinvolgeva in prima istanza - e mi riferisco alle lettere del primo e del secondo- i Consiglieri neoletti dell’Ordine Architetti di Napoli. Lo stesso carteggio “in corso d’opera” ha chiarito che il Prof. Pagliara intendesse, in particolare, indirizzare agli stessi consiglieri una sollecitazione ed un invito a ben operare ed a svolgere una attenta attività di sorveglianza per la tutela della categoria professionale.

Personalmente non posso che ringraziare il primo per la sollecitazione ed il secondo per l’augurio di buon lavoro; colgo l’occasione per informare entrambi che, sin dal primo Consiglio svoltosi in data 14 ottobre 2009, alcuni di noi hanno rilasciato dichiarazioni (alcune delle quali consultabili su questo blog) che pongono il problema della definizione urgente di azioni chiare da mettere in campo subito per tentare di arginare lo sfascio in cui versa la nostra professione.

Sul Centro Storico ho avuto la possibilità dire a mezzo stampa e di seguito invio una semplice proposta che mi pare possa essere utile, intanto, a coinvolgere quanti più professionisti nell’attività di valorizzazione del Centro Storico che ci auguriamo tutti possa realizzarsi al più presto.

Una proposta per gli affidamenti di incarico Centro Storico di Napoli

E’ indubbio che la delicatezza e la complessità degli interventi di restauro ed adeguamento funzionale che il Grande programma centro storico deciderà di porre in essere richiederanno l’apporto di professionisti esperti nel settore. A maggiore delucidazione di tale intenzione è chiara, in tal senso, la lettera del prof. Belfiore indirizzata ai Colleghi.

Ne consegue che, nell’ottica di favorire la più qualificata partecipazione di professionisti a questa esperienza, verranno formati gruppi ricchi di competenze diversificate e cooptati -si spera- professionisti giovani o comunque ancora privi di esperienza specifica su preesistenze storiche di notevole o addirittura straordinaria rilevanza.

L’apporto dei colleghi meno esperti sarà, come sempre, importante ma, per forza di cose, circoscritto al ruolo di chi fornisce il proprio contributo per la prima volta o, comunque, conforme a quello di chi vi si appresta da minor tempo rispetto a chi, da sempre, ha scelto di occuparsene.

La formazione di gruppi misti (esperti e meno esperti) viene, in alcune frequenti occasioni di gara e in osservanza a quanto la legge prevede, premiata all’atto della promulgazione dei bandi di gara con un maggiore punteggio attribuito alla presenza di professionisti giovani.

E’ evidente che la legge identifica nei più giovani i professionisti meno esperti.

E’ sacrosanto favorirne l’ingresso nel mondo del lavoro e la legge in questo è, pertanto,  preziosa.

C’è però una fascia professionale cospicua che non rientra nella categoria “giovani” e che, per vari motivi, non è riuscita ancora a cimentarsi con incarichi pubblici né tanto meno con esperienze di lavoro sulle preesistenze. Di tali fasce la legge non tiene conto e per il loro inserimento non prevede alcuna “premialità”: basta avere sei anni di iscrizione all’Albo e non si è più “giovani professionisti”.

Il pericolo di una sempre maggiore esclusione di tali fasce dai gruppi di progettazione è una realtà sotto gli occhi di tutti che certo il Grande Progetto Centro Storico non è chiamato nè ad affrontare né a risolvere ma che, in quanto occasione progettuale significativa, potrebbe, però, contribuire a modificare e in meglio.

Unitamente alla composizione dei gruppi di lavoro che prevedano l’inserimento di professionisti giovani dal punto di vista anagrafico si potrebbe cogliere, dunque, una opportunità di offrire lavoro, favorire l’autonomia e la titolarità di prestazioni professionali, tutelarne la qualità di resa oltre che allargare l’accesso all’esperienza Centro Storico.

Si potrebbe decidere, in sintesi, di mettere a gara separatamente l’Attività di Progettazione dei vari interventi da quella delle relativa alle Prestazioni accessorie ad essi relative: rilievo metrico dei manufatti e restituzione grafica, piani di sicurezza e coordinamento, attività di ricerca, studi di valutazione ambientale dove necessari.

Queste attività rappresentano, infatti, prestazioni importanti e significative che, nell’ambito di un gruppo di lavoro e sotto la supervisione attenta ed il controllo dei professionisti più esperti, usualmente vengono svolte proprio dai professionisti con minore esperienza nel campo disciplinare più specifico del restauro, del consolidamento e, più in generale, della progettazione. Ciò non avviene per “mala voluntate” ma semplicemente per necessità di divisione ottimale dei ruoli e per il buon esito della prestazione di cui ci si assume, tutti insieme, la responsabilità civile e penale.

La stesso codice appalti distingue l’attività di progettazione nei suoi vari gradi dalle cosiddette “prestazioni accessorie” che rappresentano prestazioni di servizi che possono essere rese da soggetti diversi da chi è titolare dell’incarico. Tanto è che nel calcolo delle soglie comunitarie entro le quali posizionare le corrette procedure di gara, ai fini della determinazione dei limiti, restano fuori dal computo sia l’attività di coordinamento ai fini della sicurezza che le citate prestazioni.

Pertanto, dal punto di vista economico e legislativo, tale iniziativa non comporterebbe alcun aggravio per L’Amministrazione né alcun ostacolo procedurale bensì potrebbe rappresentare la opportunità di ottenere garanzia di qualità di prestazione in ciascuna fase di lavoro a costi eguali ma attraverso il coinvolgimento diretto di un numero ben più consistente di soggetti appartenenti, tra l’altro, alle più svariate fasce di età. E un gran numero di colleghi potrebbe, così, realmente partecipare e concorrere stante la maggiore accessibilità dei requisiti curriculari.

Tali attività sarebbero inoltre svolte in tempi tecnici giusti, ben definiti e si eviterebbe inoltre agli studi professionali più consolidati la eventualità di poter incorrere in prestazioni esterne poco collaudate - come talvolta accade - laddove i collaboratori fissi in organico non siano in numero sufficiente.

Ai titolari della attività di progettazione potrebbe riconoscersi il corrispettivo per l’onere di una progettazione coordinata, come previsto dalla legge, estesa naturalmente al gruppo che renderà le cosiddette “prestazioni accessorie” così da consentire loro l’esercizio di una sana supervisione sulla qualità del lavoro svolto da altri sullo stesso tema.

Ai professionisti titolari delle prestazioni accessorie sarebbe riconosciuta la possibilità di svolgere in piena autonomia il proprio compito, seguire in tutti i passaggi tecnici l’evolversi del progetto e la opportunità di posizionarsi con maggiore consapevolezza e qualche chance ed esperienza maturata in più sul mercato del lavoro.

Antonella Palmieri

lunedì 19 ottobre 2009

Dichiarazione del consigliere Antonella Palmieri seduta 14 ottobre 2009

Al Consiglio dell’ordine Architetti di Napoli
Sede


Ritengo utile, nel rispetto di quanti hanno sostenuto con il proprio voto, il programma del gruppo di cui sono parte dichiarare quanto segue:


- Chiedo che, prima di procedere all’espressione di voto sulla composizione dell’esecutivo, così come previsto dall’attuale ordine del giorno, venga redatto con urgenza il Documento Programmatico annuale prescritto dal nostro regolamento (art.6).


- Che lo stesso sia discusso e si arricchisca, come nella natura e nella prassi di ogni contesto democratico, del contributo di tutti.


-Che, solo sulla base di tale documento che delinea un insieme di azioni chiare e fattibili a medio termine, questo Consiglio sia chiamato all’espressione di voto sulla designazione di Presidente, Segretario, Tesoriere ed eventuale Vicepresidente.


Chiedo ciò in ragione della necessità di esprimere personale sostegno o dissenso sulla base di azioni programmatiche definite e chiare stante la considerazione che tutti i componenti di questo Consiglio potrebbero, con eguale dignità, rappresentare dal punto di vista esecutivo la intera categoria e che, sulla base di un’azione definita ed efficace, l’assegnazione dei carichi di lavoro, diviene secondaria rispetto al dibattito da affrontare ed alle azioni da mettere in campo.

Sono certa che il senso di responsabilità nei confronti dei Colleghi e dell’istituto della delega che essi ci hanno conferito ci consentirà di lavorare alacremente, in maniera proficua e in tempi brevi al documento suddetto.


In mancanza o in difetto l’espressione del voto rappresenterà, per quel che mi riguarda, una modesta manifestazione di consenso o dissenso “ad personam” che trovo irragionevole se non dannosa ai fini di un sano confronto sui temi e sui problemi cogenti della professione che abbiamo il dovere di affrontare con l’urgenza e la determinazione del caso.



Napoli, 14 ottobre 2009

Antonella Palmieri

L'intervento del consigliere Salvatore Visone

Consiglio dell'Ordine del 14 Ottobre 2009

 

Cari colleghi, visti i punti all’ordine del giorno, ritengo che prima di passare alla votazione per l’attribuzione delle cariche, sia indispensabile fare un analisi obiettiva del risultato della tornata elettorale che ci ha visto protagonisti, in quanto questo risultato rappresenta senza ombra di dubbio la volontà e le aspettative della nostra categoria.

Le tornate elettorali degli ultimi venti anni hanno sempre prodotto dei risultati molto precisi ed inequivocabili, premiando totalmente un gruppo che si era dimostrato coeso ed in sintonia con le esigenze della maggior parte degli iscritti.

Per una serie di vicissitudini, chiare a quasi tutti i presenti, negli ultimi quattro anni questo gruppo si è via, via sfaldato, perdendo sempre più il contatto con la categoria, a causa di una politica ordinistica dettata da esigenze fortemente personalistiche ed in alcuni casi persino arroganti.

Tutto ciò, ha provocato un malcontento diffuso tra noi architetti, tanto che all’elezioni per il rinnovo del Consiglio si sono presentati ben 76 candidati (più diversi che hanno ritirato la candidatura), fatto che non era mai avvenuto in precedenza.

Il risultato elettorale ha rispecchiato in “toto” il malessere dilagante all’interno della categoria, bocciando la maggioranza del consiglio uscente. Parlo di bocciatura perché, come già accennato in precedenza, erano anni che la lista espressione della maggioranza del consiglio, usciva compatta dal verdetto delle urne vedendo eletti 15 candidati su 15.

Anche stavolta Pisciotta era convinto di aver costruito una lista in grado di schiacciare gli altri competitori. Ed è stato fortemente convinto di cìò, anche a scrutinio iniziato, tanto è vero che dopo lo scrutinio delle prime 500 schede, Pisciotta, (sempre più certo di vincere 15 a 0), aveva persino confidato ai suoi, che se Salvatore Visone fosse stato il primo dei non eletti avrebbe optato per l’Ordine di Napoli per non farlo entrare in consiglio. Ed invece, per il neo-candidato Visone, c’è stato un vero e proprio plebiscito di voti, ben 1274 e la lista Blu ha visto eletti 5 candidati (passati poi a 6 con la decisione di Pisciotta di optare per il Consiglio Nazionale).

Siamo passati quindi da un 15 a 0 preventivato ad un 9 a 6 che la dice lunga sull’operato della maggioranza uscente.

Ma i dati significativi su cui riflettere sono altri.

·           Dei consiglieri della maggioranza uscente solo 7 sono stati rieletti all’interno della lista Storia e Innovazione.

·           Dei cinque nuovi candidati (sezione A), che avrebbero dovuto rappresentare l’Innovazione all’interno della Lista, ben 4 sono stati bocciati e il solo Francesco Cesaro, (che ha dato tra l’altro un contributo personale fondamentale al risultato elettorale dell’intera lista), è stato eletto.

·           Nella storia delle competizioni elettorali all’Ordine degli Architetti di Napoli, a memoria, non si era mai verificato che il primo eletto non facesse parte della lista che ha avuto la maggioranza dei consiglieri eletti.

·           Per di più, non era mai avvenuto che il Presidente uscente e l’ex Presidente, (che ha retto le sorti dell’Ordine nell’ultimo decennio), fossero surclassati con 266 voti di scarto il primo e 153 il secondo, da un candidato presente per la prima volta ad una competizione elettorale.

Possiamo quindi affermare che, date le aspettative, per la Lista Storia e Innovazione questa elezione è stata una vera e propria debacle e sarebbe quindi improponibile un esecutivo che ricomprenda, (per l’ennesima volta), gli stessi attori che sono stati i principali responsabili di questa bocciatura, ma sarebbe invece auspicabile una completa “innovazione”, coinvolgendo in prima persona le due “new entry” della lista, il cui entusiasmo e le cui idee sono sicuramente più vicine alle mutate esigenze della professione contemporanea.

Ma considerato che, la politica professionale portata avanti da questo gruppo che si autodefinisce “storico”, non è più condivisa dalla gran parte degli elettori, io credo che sia fondamentale rimandare il 3° capo all’Ordine del giorno (relativo all’attribuzione delle cariche) e aprire invece un ampio dibattito basato su un programma condiviso, da portare avanti tutti insieme in questo mandato elettorale, dando spazio a idee e soluzioni che diano risposte concrete alle mutate esigenze di una categoria professionale che sta attraversando un momento veramente critico.

Riguardo a ciò, sarebbe opportuno che questo dibattito debba riguardare principalmente le seguenti tematiche:

Tutela della professione. (Penso ad un Ordine che si occupi della professione a 360 gradi e che ci tuteli all’interno di tutti i centri decisionali e di potere, pubbliche Amministrazioni e privati, in modo da garantire una distribuzione equa e principalmente “corretta” degli incarichi).

Riaffermazione della “Leaderschip professionale”. (Rivalutare la figura dell’Architetto in modo da riconquistare quella “Leadership” culturale e professionale che ha perso in conseguenza della scellerata politica, portata avanti nell’ultimo decennio, e che ha fortemente penalizzato la nostra professionalità a favore delle Società di Ingegneria e delle lobby politico-affaristiche).

Conflitto di interessi. (Onde evitare un palese conflitto di interessi, andrebbe vietata ai componenti del Consiglio la partecipazione ai Concorsi di Progettazione banditi su Napoli e Provincia, consentendo invece agli stessi di far parte di tutte le Commissioni giudicatrici, in modo da privilegiare, sempre, la “qualità del progetto di architettura” rispetto ad eventuali interessi di parte).

Formazione. (La Formazione deve essere accessibile a tutti in quanto considerata “bene di prima necessità”. Per tale motivo auspico che siano drasticamente ridotti i prezzi per i corsi di formazione organizzati dalle nostre rappresentanze, con particolare riguardo ai giovani iscritti che già si dibattono con le mille problematiche di un inizio professionale).

La Casa di tutti gli Architetti. (Immagino un Ordine democratico e pluralistico, sede in cui si pianificano nell’interesse dell’intera categoria le strategie di politica professionale, luogo dove andare “con piacere”, per motivi professionali, formativi, culturali, punto di riferimento per noi architetti. Auspico che l’Ordine torni ad essere la “Casa di tutti gli Architetti” e non più un “Club esclusivo” per  pochi intimi.

Solo dopo aver dibattuto e stilato un programma “condiviso”, si può affrontare il delicato tema dell’esecutivo, che ribadisco, va scelto in base ad un “programma” e non in base mere pretese personalistiche.





SUPERSANTOS, il corto vincitore del Premio Ischia Corti d'Architettura, in attesa ... del premio!


PREMIO IN PALIO: IL CACHISSO D'ORO

PREMIO IN PALIO: IL CACHISSO D'ORO