Pubblichiamo il carteggio tra i colleghi Nicola Pagliara e Vincenzo Perrone su incarchi, politica e rappresenza professionale. Ci sembra interessante divulgare quelle che sembrano "lettere aperte" ma qualora non lo fossero saremo lesti nel rimuoverle dal blog.
"Si precisa che il titolo dato a questa temporanea rubrica è in linea con il registro ironico-surreale di altri spazi del nostro blog. I contenuti della stessa sono invece da ritenersi estremamente interessanti e finalizzati ad attivare un dibattito serio sui problemi della Professione cui ci auguriamo faccia piacere in molti partecipare"
CUORENEWS: Una Risposta di Pasquale Belfiore. (a fondo pagina)
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Napoli, 28 settembre 2009
Ai Consiglieri dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Napoli
Piazzetta Matilde Serao
Napoli
E p.c. Assessore Dott. Nicola Oddati
assessorato.cultura@comune.napoli.it
Assessore Prof. Arch. Pasquale Belfiore
assessorato.edilizia@comune.napoli.it
Ad elezioni concluse con un numero di votanti assolutamente anomalo rispetto al resto d’Italia, si è finalmente configurato l’assetto del nuovo Consiglio dell’Ordine degli Architetti. Non sarà difficile costruire la nuova maggioranza con l’ormai decano Presidente Paolo Pisciotta.
Non sono le rare novità che questo Consiglio contiene con i suoi due gruppi che dovrebbero contrapporsi; le anomalie sembrano invece di due tipi: il primo è l’altissimo numero dei votanti che poteva significare speranza in un rinnovo radicale di un Consiglio ormai stabilizzato da anni: il secondo (connesso al primo) è che la mancanza di lavoro dovuta soprattutto alla crisi che ci attanaglia, ha spinto molti a cercare una leadership che prefigurasse una corretta distribuzione del lavoro, soprattutto in vista del mare di danaro che sta per piovere in città sia sul centro storico e sia con la legge sugli interventi di riuso del tessuto urbano.
Il risultato invece, al di là di ogni previsione possibile è stato quello di mantenere lo “status quo” il che dimostra la piena soddisfazione nei riguardi di gestioni precedenti.
A questo punto, per iniziare correttamente questo nuovo mandato, i suoi membri, dovrebbero esprimere senza mezze misure il loro punto di vista sui metodi per la distribuzione degli incarichi e questo soprattutto per il disagio generale (fatto poche eccezioni) nel quale si dibatte la classe professionale. In che modo l’Ordine intende svolgere iniziative volte a togliere dalle mani di gruppi potenti il controllo degli incarichi professionali almeno sulle due possibilità che si stanno aprendo in Città e in Provincia?
La nuova massa di laureati (8.000 circa), incontrollata nelle sue prestazioni è costretta ad accordi sempre più spregiudicati, richiede la presenza di un Ordine forte (fisicamente e moralmente) che dedichi l’impegno che ha voluto assumersi, al controllo di come la politica, intenderà esprimersi. Non posso che rallegrarmi che la maggioranza dei Consiglieri rappresenta una cultura democratica, con la quale ho sempre sperato che fossero a priori rifiutate lobbies di potere orientata solo nei
confronti di alcune elite professionali. E questo è possibile solo se i suoi rappresentanti sono liberi da ogni dipendenza sia di lavoro e sia politica.
Dell’Ordine ho sempre avuto un rispetto assoluto ed anche oggi che nuvole si addensano sul nostro futuro, tuttavia ritengo che non sarà facile dissipare.
L’Ordine così come è oggi configurato, di fatto non ha più ragione d’essere e l’unico modo per riprendere credibilità, non sarà certo l’istruzione della camera arbitrale. C’è bisogno che con un rigoroso atteggiamento morale e responsabile applichi un metodo etico di controllo e di denuncia circa i modi con i quali è gestito il rapporto politica e professione, se non altro per fugare le preoccupazioni che si sono accumulate in questi ultimi mesi.
Nicola Pagliara
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Napoli, 7 ottobre 2009
Al Consiglio dell'Ordine
degli Architetti PPC della Provincia di Napoli
e p.c. Assessore Dott. Nicola Oddati
assessorato.cultura@comune.napoli.it
Assessore Prof. Arch. Pasquale Belfiore
assessorato.edilizia@comune.napoli.it
L'associazione "Studio 147" ha divulgato una missiva del Prof. Nicola Pagliara (Presidente "onorario" della medesima associazione) indirizzata ai Consiglieri dell'Ordine degli Architetti appena eletti (ai quali rinnovo i miei auguri di buon lavoro) e inviata, per conoscenza, agli Assessori Nicola Oddati e Pasquale Belfiore.
Il Prof. Pagliara, non a torto, ritiene che siamo " ... in vista del mare di danaro che sta per piovere in città sia sul centro storico e sia con la legge sugli interventi di riuso del tessuto urbano". Infatti, potrebbe, a breve, essere varato il Programma Integrato Urbano per il Centro Storico di Napoli - noto col nome di "PIU-Europa" - per il quale sono stati già stanziati 240 milioni di euro, con la previsione di superare i 500 milioni alla fine del programma.
Il Prof. Pagliara si domanda (o domanda ai destinatari della lettera):
"In che modo l'Ordine intende svolgere iniziative volte a togliere dalle mani di gruppi potenti il controllo degli incarichi professionali almeno sulle due possibilità che si stanno aprendo in Città e in Provincia?".
La domanda lascia intendere che, almeno nei due casi suddetti, esistano "gruppi potenti" in grado di avere "il controllo degli incarichi professionali" e il Prof. Pagliara sembra fare voti affinché dalle mani di tali, non meglio precisati, "gruppi potenti" l'Ordine strappi quanto gli stessi avrebbero già agguantato (parrebbe, compiendo sulla lettera del Prof. Pagliara un non facile sforzo interpretativo, almeno un'ipoteca su parte degli incarichi professionali legati alle "due possibilità che si stanno aprendo in Città e in Provincia").
Il Prof. Pagliara parla in base a sue "sensazioni" oppure è "persona informata dei fatti"? Se fossero "sensazioni" (o presentimenti o forme di precognizione o frutto di altre capacità paranormali) non condivido il modo usato dal Prof. Pagliara di palesarle, con una lettera ai neo Consiglieri, inviata agli Assessori suddetti e portata anche a mia conoscenza (provocando questa mia "reazione") perché crea un clima di sospetto di cui questa città non ha alcun bisogno ed intralcia l'opera degli Amministratori, tra i quali un valoroso e stimato Collega (che conosco e apprezzo da almeno un quarto di secolo e che deliberatamente non ho chiamato in occasione delle recenti elezioni per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine, non per snobismo ma per tenerlo fuori e al di sopra delle parti). Sappiamo benissimo come sia difficile, in questa sciagurata città, concretare qualcosa di buono e quanto deprimente ed inopportuna sia la bagarre che si scatena allorché stanno per essere conferiti incarichi professionali (portati, in questa circostanza, a conoscenza di tutti e non, come avvenuto in passato, di un ristretto numero di privilegiati). Io auspico la più ampia partecipazione al lavoro ed, in soldoni, dico: "Conferite gli incarichi a chi volete voi, ma al più ampio numero possibile di Architetti, in maniera da alleviare la condizione di disoccupazione in cui versano molti Colleghi, sostenendo in modo particolare i giovani (categoria alla quale, con mio sommo rammarico, non appartengo)".
Se, invece, il Prof. Pagliara fosse "persona informata dei fatti" avrebbe il dovere di precisare con nomi e cognomi chi sono i componenti dei "gruppi potenti" che, come mi è sembrato di capire dalla sua lettera, nientedimeno eserciterebbero "il controllo degli incarichi professionali" e che avrebbero in mano qualcosa che il nuovo Consiglio dell'Ordine dovrebbe prontamente sottrarre loro.
Invito pubblicamente il Prof. Pagliara ad esplicitare la sua lettera, che non comprendo cosa sia. Una denuncia? Un invito a cambiare rotta nel "mare di danaro che sta per piovere in città"? Un'informativa che intende fornire, lodevolmente, a una categoria in affanno? Un voto augurale? Quali obiettivi il Prof. Pagliara si prefigge? Lo vuole dire? Vuole ottenere - come voglio io - una auspicabile ampia partecipazione al lavoro? Che cosa propone in merito al conferimento degli incarichi? Possiamo sapere i criteri che suggerisce?
Il Prof. Pagliara ha ragione, quando al termine del suo scritto, dichiara che occorre un rigoroso atteggiamento morale, un metodo etico di controllo e "di denuncia circa modi con i quali è gestito il rapporto politica e professione", ma le denuncie non possono essere vaghe e generiche. Devono, invece, essere precise e circostanziate.
Quando si adombrano i pericoli ai quali il Prof. Pagliara fa riferimento ("gruppi potenti" che avrebbero "il controllo degli incarichi professionali", se le parole hanno ancora il loro significato) e lo si denuncia, si dovrebbero fare nomi e cognomi e descrivere circonstanziatamente i fatti.
Altrimenti, a mio giudizio, è preferibile tacere.
Conoscendo la statura morale e l'onestà intellettuale del Prof. Pagliara (Relatore della mia tesi di Laurea, oramai, purtroppo, 34 anni fa) non dubito che voglia produrre una seconda e chiarificatrice missiva, che mi auguro sia inviata a tutti noi da "Studio 147" (che ci sommerge di informative non sempre interessanti, auguri di Natale e di Pasqua, inviti acocktail e quant'altro).
Ben venga, invece, un'incisiva azione a difesa della Categoria e l'esplicitazione della "segnalazione" in parola, che mi sembra piuttosto incomprensibile ed altamente opinabile.
Tramite una seconda comunicazione, assai meno criptica della prima, il Prof. Pagliara potrebbe aiutare, forse, il neo eletto Consiglio dell'Ordine a svolgere la sua opera con maggiore incisività e potremmo tutti collaborare al raggiungimento di quegli alti obiettivi, morali e culturali, che il Prof. Pagliara si prefigge. Credo, infine, che gli Assessori chiamati in causa dal Prof. Pagliara (specie adesso che la sua lettera ha avuto la più ampia diffusione) non possano "incassare" le osservazioni dello stesso senza sentire il bisogno di fornire qualche chiarimento (che - se gradito - mi impegno a divulgare con le stesse modalità con le quali diffondo questo mio scritto).
Agli Amministratori suddetti assicuro la collaborazione mia e dell'associazione campaniArchitetti,
che ho l'onore di presiedere, ad una sola condizione: non ricevere nulla in cambio, operando con disinteresse alla determinazione di un migliore destino per la nostra amata città e per la Categoria professionale.
Cordiali saluti.
Vincenzo Perrone
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Napoli, 9 ottobre 2009
Gent.mo
Prof. Arch. Vincenzo Perrone
Ai Consiglieri dell’Ordine
degli Architetti della Provincia di Napoli
Piazzetta Matilde Serao
Napoli
Assessore Dott. Nicola Oddati
assessorato.cultura@comune.napoli.it
Assessore Prof. Arch. Pasquale Belfiore
assessorato.edilizia@comune.napoli.it
Caro Vincenzo, ricevo la tua lettera e ti rispondo in tempo reale come ci consentono i mezzi di comunicazione che ai nostri tempi erano appena immaginabili.
La tua reazione sinceramente è sopra le righe anche perché avresti potuto contestarmi con gli stessi argomenti durante la mia audizione all’Ordine (eri seduto affianco a me, se non erro), ma sei rimasto in un silenzio inquietante. Parafrasando Voltaire, ti scrivo perciò una lettera breve perché non ho il tempo di scriverti una lettera lunga (ma non ne ho neppure la voglia!).
I punti della tua lettera però che mi intrigano sono due:
“Conferite gli incarichi a chi volete voi, ma al più ampio numero possibile di Architetti” tralascio il seguito della frase perché fa parte della mia battaglia fin qui mai affrontata da altri , ma con ben altri argomenti…
Ecco quello che volevo dirti, è di cercare di togliere dalle mani delle clientele una assegnazione discriminante che ormai è prassi consolidata. Io non so se ci sono “potentati”, ma se non ci sono vedremo nel tempo come andranno le cose e forse sarà tardi per lamentarsi.
Ma che ci sia qualcosa che non va, ti sia sufficiente un esempio personale: nonostante credo di godere un’ottima reputazione professionale conquistata sul campo è dal ‘95 che né l’Amministrazione Comunale, né quella Regionale, né quella Provinciale, né altri Enti pubblici, hanno ritenuto di chiamarmi se non altro per una consulenza!
Eppure sono onorevolmente sopravvissuto! Provateci anche voi se ne avete le palle!
Il secondo punto (e mi batterò per questo) è riferito sempre alla tua lettera e per la quale meriti una risposta.
La mia è una “informativa che intendo fornire –lodevolmente- , a una categoria in affanno”. Tutto qui; il resto è silenzio!
Sinceramente dispiaciuto per la tua mancata conferma tra le fila dei neo consiglieri dove hai dato tanto, ti rinnovo la mia stima ed il mio affetto di sempre.
Nicola Pagliara
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Ai colleghi architetti
Allo “Studio 147”
Chiamato ancora una volta in causa come assessore del Comune di Napoli sul tema dei futuri incarichi professionali per il restauro del centro storico, ancora una volta confermo le stesse cose, dette pubblicamente in convegni e forum, scritte sui giornali. Per quanto mi compete, gli incarichi professionali saranno dati con bandi di gara, con concorsi di progettazione, comunque con dispositivi fondati sul libero e trasparente confronto di proposte, curricula e progetti. Con la sola eccezione di progetti già esistenti presso le pubbliche amministrazioni, redatti dagli uffici o acquisiti per il passato attraverso concorsi d’evidenza pubblica. In tal caso, la loro utilizzazione è d’obbligo. Trovo del tutto impropria (singolare, fantasiosa, un po’ dadaista, insomma), la soluzione del sorteggio. Affidereste il progetto della vostra casa ad un architetto/ingegnere sorteggiato tra i tre-quattrocentomila professionisti italiani iscritti agli Ordini?
Qualcosa di simile si propone per un settore ben più complesso e importante quale quello dei beni monumentali. Ho convocato per i prossimi giorni i Presidenti degli Ordini degli architetti, ingegneri, geometri e periti edili di Napoli e provincia per costituire il gruppo di consulenza che assisterà il Comune nella formazione di bandi e concorsi. Lo avevo annunziato a luglio e l’ho fatto ora. Solo una osservazione a margine delle accorate e preoccupate parole di Nicola Pagliara che invita l’Ordine a vigilare contro i “gruppi potenti” nei quali, verosimilmente, dovrei militare come assessore al centro storico di Napoli e dunque, come colui che, verosimilmente, avrà il potere di decidere gli incarichi. Non sono potente e non sono in gruppo. “Sono” un professore universitario e “faccio” l’assessore. Quest’ultima è per me un’esperienza limitata nel tempo, di assoluto interesse umano, politico, culturale, un’esperienza faticosamente esaltante. Se riuscirò ad applicare il sistema concorsuale sopra descritto, gli unici potenti saranno i professionisti più bravi. Prospettiva, questa, davvero inedita (rivoluzionaria, insomma). Questa, più che il sorteggio, mi sembra prospettiva auspicabile.
Un cordiale saluto
Pasquale Belfiore
2 commenti:
Desirèè de Sapè disse...
Assesor Assessor Son Desirè, Desirè de Sapè
je suì ghiut alla ambassade de France
El m'a dit:
Libertè, Egalitè, Fraternitè: perciò tu puot Sapè la situazion de la Restauration.
J'attende, Assessor, J'attende e non m'arrende.
Stai attent.
tuà Desirèè
19 maggio 2009 12.46
Desirèè ha detto...
So Desirè, il centro storico a che stè?
4 giugno 2009 21.50
Assessor mais la Manifestation des interess a che stess?
je voudre sapè se ma maison tu la lascè o la prendè
comme se fè?
le temp è mature? o nuos avon aspettè l'eternitè?
e chi non ha l'imprenditor
sìarrangè?
se cassè?
Comme sa va la situaztion?
je me preokkupè
mè fè sapè
tuà
Desiree
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